Dall’avvento della fotografia digitale, le case di produzione hanno proposto macchine fotografiche con sensori sempre più performanti, con sempre maggiore definizione. Caratteristica misurata in MegaPixel, cioè in milioni di punti sensibili presenti nel sensore.
Più megapixel ha una macchina fotografica, maggiore è la dimensione di stampa della fotografia.
Quando ho comprato la mia prima macchina fotografica medio formato, ho chiesto ad un laboratorio quale poteva essere l’ingrandimento massimo per una stampa da negativo, o da negativo digitalizzato. Risposta: 1 metro per un metro circa, ma anche fino a 1 metro e mezzo per un metro e mezzo, a seconda della macchina e della pellicola utilizzata.
Sono rimasto sbalordito da questa risposta, ma ho constatato che le stampe effettuate dai negativi scattati dalla Rolleiflex hanno una definizione eccellente, più fine con certe pellicole e certi procedimenti di sviluppo, ma sempre comunque paragonabili se non superiori alle migliori e costosissime macchine digitali formato 35 mm.
Il digitale, ci siamo resi conto tardi, non ha portato un miglioramento della qualità, ma solo una enorme praticità e immediatezza della fruizione e condivisione. Più veloce, non necessariamente migliore.
Personalmente considero la fotografia come una unica arte. Alcuni tipi di fotografia vengono meglio con la digitale, per altri preferisco utilizzare la macchina con pellicola.
Ma il tarlo dei Megapixel mi è sempre rimasto. Utilizzando pellicole di facile reperibilità ho ottenuto fotogrammi stampabili sicuramente in dimensioni davvero notevoli.
Quanto grandi ? Almeno 150 x 150 cm, ma forse anche più, abbassando un poco la risoluzione, cosa normale per la stampa di grande formato.
Le due fotografie di questo articolo presentano uno scatto all’arsenale di Venezia e il dettaglio 100% della mia scansione da alta definizione. Fotografia scattata a mano, senza cavalletto.